Emozioni a colori

2 novembre 2011

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Emozioni a colori
2 novembre 2011

La settimana scorsa, precisamente Domenica 23 Ottobre, ho avuto il piacere di partecipare ad una mostra fotografica nel paese di San Rocco (Roveré Veronese - VR), organizzata dall'Associazione Teatrale Amatoriale MAMITIELU: eravamo in 7 fotografi, ed ognuno contribuiva con 8 immagini. Il tema? "Tempo e Stagioni", ma non è quello di cui voglio parlare. Ciò che mi ha colpito di questo evento è stato vedere come i visitatori si fermassero ad osservare le foto, interrompendo il loro flusso di pensieri per aprire una parentesi: fatta di colore, di forme, sospesa a mezz'aria con un paio di sottili fili ed una cornice attorno. Durante il tempo di quella pausa, di quel soffermarsi, ho potuto apprezzare come l'emozione racchiusa in quei riquadri, come i colori lì disposi, prendessero per mano quelle persone... con il cappotto pesante che ad
ottobre fa freddo, con il cellulare che vibra in tasca perché si deve essere sempre raggiungibili, rapite per il tempo di pochi respiri, lontano da lì e portate altrove. Portate dove ognuno di noi fotografi aveva deciso di prendere un po' d'emozione, colorarla e farne fotografia. .

Di seguito, dopo una pausa dall'ultimo articolo decisamente più lunga del solito (questa volta la battaglia contro il tempo un po' l'ho persa ma la guerra non è finita), ecco le ultime immagini che ho realizzato!
La prima fotografia ha una dedica invisibile scritta dentro, un dedica alla mia fidanzata Maria: in quel momento avevo la sensazione di stare guardando un frammento di cielo caduto a terra, una delicata pezza colorata lì adagiata. Ho lasciato quindi che le mani corressero rapide nel preparare l'attrezzatura: il treppiede, la reflex, la lente, la messa a fuoco, il diaframma, il filtro, il tempo di posa... tutto veloce, rapido, perché quel momento mi stava emozionando, e lo volevo custodire e portare a casa, dalla mia fidanzata.
L'attrezzatura per un fotografo può essere spesso un limite piuttosto che un beneficio: se non si arriva a saper utilizzare ciò che si conserva nello zaino senza doverci pensare, con la stessa naturalezza con cui ogni giorno guidiamo l'automobile, allora saremo giocoforza strozzati da questo. Prima di tutto va capita e fatta propria la tecnica, e l'avere chiaro come la macchina fotografica (il nostro preciso modello) si comporta in ogni situazione. Il resto verrà poi di conseguenza:

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Dati di scatto: focale 17mm (Canon 17-40 su Canon 5dMkII), diaframma f/13, 1 minuto di posa (con filtro ND da 6 stop della B+W), iso 100. E' l'unione di 2 scatti orizzontali (uniti sul lato corto) in quanto a 17mm non riuscivo ad avere l'angolo di campo "giusto", e scattare più foto con la macchina in verticale (come faccio generalmente mediante la testa panoramica) era improponibile con un tempo di posa di un minuto e la luce che cambiava velocemente.

Mi piacciono i momenti al limite della giornata, quando la luce si prepara ad un rapido mutamento: sono quegli istanti i custodi dei sogni e delle speranze, perché sono segnale di un cambiamento. Dal giorno alla notte, con un ultimo raggio di sole:

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Dati di scatto: diaframma f/16, bracketing sul tempo di posa: 1/15 - 1/40 - 1/100 (il blending l'ho svolto in Photoshop), focale 17mm (Canon 17-40 su Canon 5dMkII).
In questo caso non ho utilizzato la testa panoramica, come generalmente faccio per questo genere di immagini, perché la luce mutava con estrema rapidità, troppa per i tempi tecnici necessari all'utilizzo di una testa panoramica (come le pause da uno scatto all'altro -in bracketing- sufficienti per eliminare le vibrazioni).


A volte, in particolare quando sono sotto pressione, trovo nella fotografia una valvola di sfogo, o meglio, un modo per riportare equilibrio. E' capitato anche per la foto che segue: ad un certo momento la mia fidanzata, percependo il mio umore, mi spedì via con la reflex dicendomi chiaramente di recarmi in quel luogo (la Pieve di San Moro - San Mauro di Saline - VR). Forse sentiva dentro di se, inconsciamente, che si sarebbero create quelle condizioni di luce tali da regalare emozioni che risuonano dentro nel profondo, o forse sapeva qualcosa che io non saprò mai... ma una volta arrivato ho capito che non avrei potuto essere in nessun altro posto se non quello, che lì avrei cercato di raccontare una storia: la storia di un mondo che sembra ormai appartenere al passato, ricordo di un eremo, il luogo di un culto che se un tempo era intrecciato nella vita di ogni giorno, ora sempre più finisce per essere chiuso in se stesso:

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Dati di scatto: per realizzare questa immagine ho usato la testa panoramica, scattando 18 immagini diposte su due file da 9: una fila da 9 scatti era sufficiente per coprire 360 gradi, averne fatte due si è reso necessario per poter riprendere tanto il cielo quanto il terreno fino a vedere la testa del treppiede nella parte bassa dello scatto. Ho poi scattato un'ulteriore foto per il punto di nadir, dato dalla "parte bassa" della seconda fila di scatti, dove si vedeva chiaramente il treppiede e che sarebbe poco carino vedere poi nella foto finale piazzato al centro 🙂 Ognuna delle immagini l'ho scattata in bracketing (il contrasto era molto forte) con tempi pari a: 1/13, 1/30, 1/80, con diaframma pari ad f/11 e focale di 17mm (Canon 17-40 su Canon 5dMkII). Per unire il tutto e calcolare il calcolabile (ovvero unire tutte le immagini fra loro), al solito mi sono affidato al softwate PTGui (che offre proprio una proiezione "Little Planet").
Poi in Photoshop, per sviluppare la foto, ho usato in grossa parte la plugin Silver Efex Pro 2, la quale "produce" un'immagine in bianconero (è fatta apposta) che io però ho usato come livello di Luminosità (metodo di fusione livelli di Photoshop) sull'immagine a colori originale, ottenendo così nuovamente una foto a colori ma con l'aspetto già fortemente caratterizzato!

L'immagine seguente, caratterizzata da un angolo di campo di circa 180 gradi, è "figlia" della precedente: l'ho ottenuta partendo dalle stesse fotografie del "Pianeta Pieve" dove, invece di unire tutte le immagini fra loro al fine di coprire 360 gradi d'angolo di campo, ne ho considerato solo un sottoinsieme (sempre con il software PTGui ho provveduto a generare le panoramiche finali - una per ogni livello di esposizione). L'immagine l'ho poi elaborata allo stesso modo della precedente in Photoshop.
Trovo interessante mettere vicine queste fotografie, il Piccolo Pianeta e la panoramica da 180 gradi: è un ulteriore esempio dell'incredibile potenziale che abbiamo oggi a disposizione grazie alla fotografia! Il solo limite siamo noi dietro la reflex, tutto il resto di può fare:

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Più volte mi sono dedicato alla fotografia notturna, cercando di sfruttare le possibilità offerte dalla tecnica del Light Painting e prestando attenzione nell'ottenere un effetto finale che non fosse eccessivamente "inaspettato". Nell'immagine seguente ho invece voluto andare nella direzione opposta: un omaggio al colore!

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Dati di scatto: si tratta di una fotografia notturna ottenuta usando il flash, per illuminare i vari punti dell'albero, di volta in volta con un filtro colorato diverso (bloccando ogni volta la macchina in posa Bulb ed usando il flash per illuminare). Poi in Photoshop ho unito tutte le immagini (ne sscattavo una per per ogni colore del filtro - così da avere tutti i colori separati su immagini diverse) semplicemente usando come metodo di fusione "Lighten": in tal modo ogni livello contribuisce solo con i suoi pixel più luminosi. L'immagine alla base di tutto è quella che ha "fornito" il cielo (una posa lunga da un minuto), immagine dove l'albero è una silhouette nera ma il cielo ben visibile (quindi una base perfetta per poi sommare le immagini dove l'albero è illuminato dai lampi colorati del flash).

Mentre scrivo queste righe siamo nel pieno dell'autunno: in questa stagione ho sempre l'impressione che tutto rallenti, che finalmente un po' il mondo riposi, che ci sia meno rumore di fondo. In questi giorni sono riuscito a dedicarmi all'autunno con una certa calma, questo mi ha permesso di realizzare alcune immagini che tenevo segnate nel taccuino delle cose da fare... le sto ancora sviluppando (vi dedicherò il prossimo articolo) quindi per ora chiudo con la faccia rugosa di una vecchia costruzione, come se ne possono vedere molte in Lessinia, ma un po' speciale: quando la vidi pensai che in parte per i colori, per il cappuccio di foglie sul tetto, per la malinconia che l'abbandono suggerisce,  aleggiasse qui la presenza dello spirito dell'
autunno:

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Dati di scatto: diaframma f/11, focale 75mm (Canon 24-105 su Canon 5dMkII), due tempi di posa: 1/13 ed 1/30 (per gestire il contrasto dato dalle parti illuminate direttamente dal sole).

Alla prossima!
-Sig-

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Commenti all'articolo:
6 settembre 2011 - luigino
E' sempre un doppio piacere leggere il tuo blog, Sig: dapprima per gli occhi, poi anche per la mente, che ripercorre assieme a te le tue emozioni e la tua tecnica... Grande!!!!
7 settembre 2011 - sigfridocorradi
Grazie mille! :) Vorrei solo avere un po' più di tempo per riuscire a fare di più (in particolare spiegare meglio la parte tecnica di sviluppo delle foto
9 settembre 2011 - Sergio Codogno
Sempre al top naturalmente. Amo particolarmente i paesaggi marini, questione di frequentazione...,vi ho ritrovato la stessa sensibilità delle riprese di montagna, ciò a indicare che il modo di fotografare e sentire è comunque patrimonio della persona che sta dietro alla reflex. Grazie Sigfrido. Ciao!
12 settembre 2011 - sigfridocorradi
Grazie mille! Ognuno di noi ha il suo modo di vedere il mondo, e per chi lo fa con la fotografia, il suo modo di fotografare. Ed è fantastico tutto ciò, perché rende unico ogni luogo... per quanto sia stato visitato, raccontato, fotografato, ci sarà sempre spazio per la visione di un'altra persona, proprio perché unica!
18 ottobre 2011 - Valentina
Leggere come fai a comporre quella che poi è la foto definitiva è impressionante.... beh congratulazioni!!!! :
8 ottobre 2012 - Maddy
Ciao Sig, sono la Maddy! Finalmente mi sono presa il tempo di visitare il tuo blog. Devo dire che sono rimasta impressionata: sei bravissimo! Io non me ne intendo molto di fotografia, però mi sembra di riconoscere una grande capacità e una vera passione. È emozionante guardare il paesaggio attraverso la tua interpretazione, riesci a esprimere perfettamente il tuo modo di sentirti fotografo. Stupenda poi la foto del matrimonio, bellissimi! A presto!
8 ottobre 2012 - sigfridocorradi
Grazie mille!! :